La divulgazione scientifica e culturale sul piccolo schermo in Italia
Solo una crescente efficacia nello spiegare
consente una crescente capacità di capire.
Piero Angela
Introduzione
Quello della divulgazione scientifica e culturale costituisce un tema di rilevante complessità che esige una trattazione seria e rigorosa. Partendo dalla definizione, secondo il celebre dizionario Treccani, “divulgare” significa:
diffondere al più ampio numero di persone, informazioni normalmente accessibili solo ad una stretta cerchia di esperti, cultori o addetti ai lavori. Si divulgano la conoscenza scientifica e medica, la tecnologia e l’innovazione, le legislazioni, l’arte e la cultura in tutte le sue accezioni.[1]
La divulgazione consente alla scienza e alla cultura di varcare i confini delle stanze di accademie e circoli culturali. Arrivando il più possibile al grande pubblico. Per tale ragione è indispensabile che a occuparsene siano professionisti del settore. Che sappiano utilizzare al meglio i vari strumenti della comunicazione e che conoscano le caratteristiche dei diversi media: carta stampata, radio, TV e Web.
Restringendo il campo al medium televisivo (uno dei più proficui per quanto concerne la diffusione della cultura) uno dei divulgatori scientifici e culturali più noti in Italia è stato, senza dubbio, Piero Angela, scomparso il 13 agosto 2022 a 93 anni. Nel suo Viaggi nella scienza, Angela parla di divulgazione in questi termini:
L’ambiente in cui oggi viviamo è pieno di linguaggi che non comprendiamo: linguaggi che riguardano il mondo dell’economia, della tecnologia, dell’arte, della politica, della scienza ecc. La difficoltà, molto spesso, non è nei concetti, ma nel modo in cui sono espressi. […] La divulgazione deve infatti fare i conti con questi due problemi, che richiedono competenza e immaginazione: cioè da un lato comprendere nel modo giusto le cose, interpretandole adeguatamente per trasferirle in un diverso linguaggio: dall’altro essere non solo chiari ma anche non-noiosi, pur mantenendo integro il messaggio (anzi, non aver paura di esser divertenti: l’umorismo è uno dei compagni di strada dell’intelligenza). Per queste ragioni, paradossalmente, si può dire che è più difficile… essere facili. Tutti, infatti, sono capaci di parlare o di scrivere in modo oscuro e noioso: la chiarezza e la semplicità, invece, sono scomode. Non solo perché richiedono più sforzo e più talento, ma perché quando si è costretti a essere chiari non si può barare. Sappiamo tutti, per esperienza, che le parole possono spesso servire da cortina fumogena per nascondere i pensieri. O per nascondere la propria ignoranza su certi argomenti. Rimanendo nel vago e nell’ambiguo, si riescono più facilmente a mascherare i buchi. Invece, quando si è obbligati a esser semplici, bisogna dimostrare di aver capito davvero. Anzi di essere arrivati al nocciolo della questione e di averne individuato i meccanismi.
Piero Angela, Viaggi nella scienza, p. 47[2]
Secondo Angela, quindi, affinché un contenuto scientifico e culturale possa essere compreso da un ampio pubblico eterogeneo sono necessarie competenza e semplicità. Quest’ultima da intendere non con accezione negativa, legata al concetto di superficialità, ma come espressione di linearità e chiarezza del pensiero.
La nascita della divulgazione culturale sul piccolo schermo
La televisione italiana nasce il 3 gennaio 1954 con l’intento di educare, informare e intrattenere il pubblico, nel pieno rispetto della sua natura di servizio pubblico. Proprio quel primo giorno la neonata TV manda in onda una trasmissione a carattere divulgativo. Dedicata al pittore e incisore del Settecento Gianbattista Tiepolo per la serie Avventure dell’arte, venne curata dal celebre storico dell’arte Antonio Morassi, noto per la sua raffinata conoscenza della pittura veneta.[3]
Fino al 1958 circa, questi primi programmi non hanno necessariamente cadenza regolare. Ma sono per lo più collocati nella fascia oraria compresa fra le 17.30 e le 18.30 (momento del ritorno a casa) o, in alternativa, fra le 22.00 e le 23.00 (momento del dopocena).[4]Il loro obiettivo è quello di «illustrare la storia dell’arte presentando opere, artisti, correnti artistiche, ma anche di insegnare a osservare le opere d’arte comprendendo le dinamiche di produzione artistica».[5]
Fra le altre trasmissioni più popolari di questo periodo è possibile annoverare Avventure di capolavori, in onda al marzo 1959 e condotta dal filosofo esperto di estetica Emilio Garroni che racconta la storia di un’opera d’arte. Ma anche L’Approdo – Settimanale di Lettere ed Arti, sul piccolo schermo dal 1963 al 1972 in seconda serata inizialmente sul primo canale e poi sul secondo, a cura del critico e giornalista Leone Piccioni.[6] Si ricorda anche Le tre arti. Rassegna di pittura, scultura e architettura, in onda ogni martedì dal 16 ottobre 1962, con buona parte dei testi scritti dall’artista Alberto Martini.[7]
In seguito, con la legge 103 del 1975 nasce il DSE, ovvero il Dipartimento Scuola Educazione, organo autonomo all’interno della RAI, che nel 1997 diventa RAI Educational, e nel 2014 RAI Cultura. Questo ente «produce programmi didattici e di interesse storico-artistico, distribuiti sporadicamente sulle reti generaliste ma principalmente su emittenti quali RAI 5, RAI Storia e RAI Scuola.»[8]
Come è noto, RAI 5 si occupa di arte, musica, teatro, danza, letteratura, trasmettendo documentari e spettacoli dal vivo in versione integrale. RAI Storia propone contenuti a carattere storico. Mentre RAI Scuola offre approfondimenti relativi a varie discipline pensati per i ragazzi in età scolare.
La divulgazione televisiva contemporanea: da Quark a oggi
La più popolare delle trasmissioni televisive a carattere divulgativo della modernità è certamente Quark – Viaggi nella scienza, la cui prima puntata, andata in onda in seconda serata su RAI 1, risale al 18 marzo 1981 e vede alla conduzione Piero Angela. Il nome della trasmissione è chiaramente legato al concetto fisico di quark, ovvero il «costituente primo delle particelle elementari della materia».[9] Al fine di rendere maggiormente comprensibili ai più argomenti molto complessi, Angela decide di servirsi anche di stralci dei documentari della BBC e del celebre divulgatore e naturalista britannico David Attenborough.[10]
Dopo Quark, dal 1995 arriva sul piccolo schermo Superquark, programma ideato e condotto sempre da Angela e punta di diamante dei palinsesti RAI, che vanta un enorme successo di ascolti e la cui ultima puntata risale al 24 agosto 2022.
Spostandoci, invece, sui canali tematici precedentemente citati, uno dei programmi più interessanti proposti da RAI Storia è Passato e presente, condotto dal giornalista Paolo Mieli. In ogni puntata presenta l’analisi di una tematica storica nello specifico, grazie anche all’ausilio di una figura esperta in ambito storico, che cambia di volta in volta, e di tre fra giovani studenti e studentesse. Anche qui, come spesso capita, al dibattito si alterna la visione di video a carattere documentario-esplicativo.
Altro programma del canale tematico è Il giorno e la storia, pillola quotidiana che riassume i fatti storici avvenuti in un determinato giorno. Uno dei volti più preparati e competenti di RAI Storia, ma non solo, è Edoardo Camurri, alla guida di programmi come I grandi della letteratura italiana e, da aprile 2020, Maestri, trasmissione nata durante il primo lockdown con l’obiettivo di creare contenuti di supporto all’insegnamento scolastico.
Nell’estate 2022 Camurri va in onda su RAI Storia con I mondi di ieri, che affronta tematiche legate a fatti del passato attraverso l’analisi di documentari condotta da studiosi. Fra gli argomenti trattati, la tragedia di Marcinelle a partire dal documentario intitolato Marcinelle. Memorie dal sottosuolo di Giuseppe Grannotti e l’approfondimento sulla figura di Erwin Rommel basato sul documentario di Sergio Zavoli Rommel: un caso di coscienza.
Un’altra emittente di divulgazione culturale è Focus, nata nel 2012 e attualmente sotto la gestione Mediaset. Il suo palinsesto propone serie documentaristiche legate alla storia, alla natura, alla religione, come Dittatori del 900 o I segreti della Bibbia. A caratterizzare questi programmi è un grado di approfondimento medio-alto ma che consente, comunque, anche a chi non ha conoscenza specifica dell’argomento di comprenderlo quanto meno a un livello basilare e superficiale.
A conclusione della panoramica generale sulle emittenti a carattere divulgativo che animano le varie reti televisive, non si può non citare Sky Arte. Parte del gruppo Sky Italia, propone una programmazione dedicata al mondo dell’arte declinata nelle sue varie forme: pittura, fotografia, design, musica, letteratura.
Inoltre, a differenza delle prime trasmissioni divulgative che, come detto in precedenza, prevedono una collocazione pomeridiana e serale, oggi all’interno dei canali tematici queste possono naturalmente essere fruite non in una fascia oraria prestabilita ma nell’arco dell’intero palinsesto.
Modalità linguistiche ed espressive della divulgazione televisiva
La lingua della divulgazione scientifica e culturale televisiva moderna e contemporanea è di livello medio-alto, caratterizzata dall’utilizzo di un “parlato serio semplice”, ovvero di un parlato che secondo il celebre linguista, nonché presidente onorario dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, partendo da un discorso legato alla radio, si configura come
una lingua che abbia come elementi caratterizzanti il rispetto della correttezza grammaticale ed espressiva, una struttura testuale, per grado di pianificazione, più vicina alla scrittura, un lessico denotativo e preciso ma accessibile ai più, l’apertura in qualche occasione a elementi più spontanei (sintassi marcata, qualche fenomeno dell’oralità non particolarmente marcato).[11]
Frequentemente ci si trova di fronte a un’esposizione in cui il parlato è accompagnato dall’ausilio di immagini, sia statiche che cinesiche, che aiutano il telespettatore a comprendere con maggiore facilità concetti di varie discipline spesso estremamente complessi.[12]
In tal senso l’aspetto grafico assume una grande rilevanza, soprattutto per ciò che riguarda le didascalie in sovraimpressione che hanno la funzione di indicare nomi di persone, professioni, città ecc. e che, dunque, concorrono a migliorare la comprensione.
Spesso, inoltre, tali trasmissioni sono caratterizzate dall’assenza di pubblico, sia nel caso in cui il setting sia interno (studio televisivo), sia in quello di setting esterno. Di solito il conduttore, se presente, segue un testo breve con funzione di commento e discorsiva.[13]
Le regole della divulgazione televisiva secondo Aldo Grasso
Un contributo rilevante per quanto riguarda l’analisi delle caratteristiche della divulgazione sul piccolo schermo è stato dato da Aldo Grasso, docente universitario, critico autorevole ed esperto di televisione. Autore di numerosi testi, nel 1988 Grasso scrive un saggio dal titolo Il demone della divulgazione inserito nel volume Lo specchio sporco della televisione. Egli afferma che è necessario che la divulgazione televisiva segua tre regole di fondamentale importanza: leggibilità, ripetizione e divertimento.
In particolare, con legittimità si intende la capacità del prodotto televisivo a carattere divulgativo di catturare l’attenzione del telespettatore; con ripetizione ci si riferisce all’elemento che facilita la fruibilità del messaggio da parte del pubblico; con divertimento ci si ricollega a una caratteristica peculiare che non appartiene solo alla TV, ma all’intero comparto dell’industria culturale.[14]
Conclusioni
Sebbene oggi siano in tanti a scegliere di informarsi e ampliare il proprio bagaglio culturale su Internet, come già anticipato nell’introduzione e dimostrato lungo tutto il testo, la TV è un medium che può ancora avere voce in capitolo per quanto riguarda la divulgazione, Questa, oltretutto, appare essere un elemento imprescindibile all’interno dei palinsesti. Il pubblico televisivo, eterogeneo per sua natura, con conoscenze e competenze apprese differenti, può trarre informazioni e contenuti interessanti grazie alle numerose trasmissioni in onda sulle varie reti.
Dare spazio a programmi a carattere divulgativo significa oggi riprendere l’obiettivo originario per cui era nato il piccolo schermo, ovvero educare e consentire al pubblico di continuare i processi di apprendimento anche al di fuori delle aule scolastiche e universitarie. Inoltre, in epoca di disinformazione e fake news, la realizzazione di trasmissioni con contenuti di valore espressi con serietà e chiarezza da professionisti della comunicazione risulta essere un’attività di fondamentale importanza, per il singolo telespettatore e, di conseguenza, per la comunità tutta.
Note
[1] Divulgazione | Cultura, ATLANTE | Treccani, il portale del sapere. Data di ultima consultazione 18 settembre 2022.
[2] Angela P., Viaggi nella scienza, Milano, Garzanti, 1982, p.47 citato in Piero Angela – L’importanza della divulgazione culturale (libriantichionline.com). Data ultima consultazione 18 settembre 2022.
[3] Grasso A., Piccolo schermo e arte, tra divulgazione e good story in G. Aldo, Trione V, Arte in TV, Milano, Johan & Levi , 2014, p. 53.
[4] Romere R., Nuove prospettive per la divulgazione culturale: documentari d’arte dalla Rai degli anni Cinquanta alla web tv in Turismo e Psicologia. Rivista interdisciplinare di studi, ricerche e formazione, 9 (1), 2016, Padova University Press, p. 48.
[5] Cit. ivi, pp. 50 e 51.
[6] Cfr. Piccolo schermo e arte, tra divulgazione e good story, op. cit., p. 54.
[7] Cfr. Nurchis F., Capitolo 2. La Rai: radio e tv In: Alberto Martini (1931-1965): Da Longhi ai Maestri del Colore [online]. Milano: Ledizioni, 2016 (creato il 01 ottobre 2022).
[8] Cit. Landrini G., Il piccolo schermo tra istruzione e divulgazione. Le logiche produttive di RAI Cultura , «Schermi: storie e culture del cinema e dei media in Italia», 5 (2019), III, p. 137.
[9] Cit. Quark: Definizione e significato di quark – Dizionario italiano – Corriere.it. Data di ultima consultazione 18 settembre 2022.
[10] Cfr. La scienza in tv. Compie 40 anni Quark, lo storico programma di Piero Angela – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/media/accadde-oggi-40-anni-prima-puntata-Quark-Super-storico-programma-Piero-Angela-scienza-tv-87e0303e-69b8-4c7f-9ed3-78e946b19af0.htm. Data di ultima consultazione 18 settembre 2022.
[11] Cit. Mauroni E., La lingua della televisione in Bonomi I. e Morgana S., La lingua italiana e i mass media, Roma, Carocci, 2016, p. 99.
[12] Cfr. ivi, p. 106.
[13] Cfr. Telve S., Verso il fantastico. Sul testo del conduttore nei programmi televisivi di divulgazione scientifica, in Mauroni E. e Piotti M., L’italiano televisivo 1976-2006. Atti del convegno (Milano, 15-16 giugno 2009), Firenze, Accademia della Crusca, 2010, p. 449.
[14] Cfr. Grasso A., Il demone della divulgazione, in Bettettini G. e Grasso A., Lo specchio sporco della televisione. Divulgazione scientifica e sport nella cultura televisiva, Torino, Fondazione Giovanni Agnelli, 1988, p. 55.
Fonti
BONOMI Ilaria e MORGANA Silvia, (2003) La lingua italiana e i mass media, Roma, Carocci, 2016.
GRASSO Aldo e BETTETTINI Gianfranco, Lo specchio sporco della televisione. Divulgazione scientifica e sport nella cultura televisiva, Torino, Fondazione Giovanni Agnelli, 1988.
GRASSO Aldo e TRIONE Vincenzo, Arte in TV forme di divulgazione, Milano, Johan & Levi , 2014.
LANDRINI Gabriele, Il piccolo schermo tra istruzione e divulgazione. Le logiche produttive di RAI Cultura, «Schermi: storie e culture del cinema e dei media in Italia», 5 (2019), III.
MAURONI Elisabetta e PIOTTI Mario, L’italiano televisivo 1976-2006. Atti del convegno (Milano, 15-16 giugno 2009), Firenze, Accademia della Crusca, 2010.
NURCHIS Federica, Alberto Martini (1931-1965): Da Longhi ai Maestri del Colore. Nuova edizione [online]. Milano: Ledizioni, 2016 (creato il 01 ottobre 2022).
ROMERE Rebecca, Nuove prospettive per la divulgazione culturale: documentari d’arte dalla Rai degli anni Cinquanta alla web tv, «Turismo e Psicologia. Rivista interdisciplinare di studi, ricerche e formazione», 9 (2016), I.
Divulgazione | Cultura, ATLANTE | Treccani, il portale del sapere
Piero Angela – L’importanza della divulgazione culturale (libriantichionline.com)
Quark: Definizione e significato di quark – Dizionario italiano – Corriere.it.
La scienza in tv. Compie 40 anni Quark, lo storico programma di Piero Angela – See more at: http://www.rainews.it/archivio-rainews/media/accadde-oggi-40-anni-prima-puntata-Quark-Super-storico-programma-Piero-Angela-scienza-tv-87e0303e-69b8-4c7f-9ed3-78e946b19af0.htm.
Francesca Bella
Francesca Bella, siciliana, classe ‘93, si laurea in Scienze e lingue per la comunicazione all’Università degli studi di Catania e consegue la specializzazione in Comunicazione della Cultura e dello Spettacolo presso lo stesso ateneo con una tesi in Giornalismo culturale. Ama dipingere e disegnare.
Affascinante la parte sulle regole della divulgazione televisiva! Brava, articolo molto interessante!